SatyajitRay wroteIl problema degli americani nel rapportarsi a Godzilla è strettamente concettuale (oltre che visivo ma solo per quella porcata di Emmerich). Tolto il non voler prendersi alcuna responsabilità per le loro colpe nucleari (guardacaso nel pur bel film di Garreth Edwards non vi è alcun riferimento ai bombordamenti in suolo giapponese), il problema principale è nel ribaltamento di prospettiva con quel militarismo imperante e una retorica governativa che non lascia spazio ad alcun tipo di critica al sistema. Sono americani, non è che si può pretendere molto. Il Godzilla di Edwards mi è piaciuto molto ma va visto per quello che è, un giocattolone. Così lontano dallo Shin Godzilla di Hideaki Anno dove, finalmente, i giapponesi (ma era necessario che il progetto lo prendesse in mano un maestro come Anno) hanno ristabilito l’ordine delle cose. E, innegabile, messo in chiaro una smaccata supremazia nel manipolare la loro creatura. Alla fine Shin Godzilla rappresenta il re dei kaiju nella sua forma essenziale, mettendo in scena la metafora perfetta: la paura dell’uomo, la sua debolezza, la fragilità di un governo impreparato e di una classe politica incapace di capire. Forse troppo verboso ma che, a mio avviso, va dritto al punto.
E' stato un piacere leggere questa recensione. Apprezzo molto la cultura giapponese e per quel po' che ne so, hai centrato il bersaglio.